Per tante aziende questo è un periodo molto difficile, l’epidemia globale ha costretto molte aziende a fare i conti con una vera e propria crisi.
Ma per chi ha in mente di attuare dei cambiamenti, questo periodo può essere una svolta positiva.
Infatti con il nuovo anno molte aziende hanno puntato tutta la loro attenzione sul rebranding.

Anche una delle aziende più importanti del settore alimentare, come Burger King, ha deciso di lanciare una nuova identità nei prossimi mesi.
In questo articolo parleremo principalmente di quali sono tutti i vantaggi del rebranding per la propria azienda.

Che cos’è il rebranding?

Quando si parla di rebranding si fa riferimento a quello che viene chiamato in termini tecnici, il cambiamento del brand identity di un’azienda.
Il cambiamento può essere radicale o parziale, il logo può essere anche modificato leggermente.
Le esigenze del mercato non sono sempre le stesse, possono variare ogni anni, per questo motivo bisogna muoversi nella stessa direzione.

È molto raro che un’azienda riesca a mantenere dei livelli elevati sul mercato utilizzando sempre lo stesso marchio, senza mai modificarlo.
Fare rebranding quindi vuol dire accogliere le nuove esigenze del mercato e cercare di proporre una nuova immagine aziendale che rispetti i nuovi trend in vigore.
Il concetto sembra molto semplice, ma attuarlo può essere piuttosto complesso, per questo motivo è sempre consigliabile affidarsi a degli esperti del settore.

Rebranding: parziale o totale?

Come abbiamo già detto nel paragrafo precedente non è necessario mettere in atto un restauro completo del logo aziendale.
Infatti esistono principalmente due tipologie di rebranding.

Totale

Come si può intuire dal termine, si fa riferimento ad un restyling completo, quindi si andranno a modificare anche quelli che prima erano considerati gli aspetti distintivi del logo: il design complessivo, i colori e molto altro ancora.
Attuare un cambiamento radicale non è sempre la scelta migliore, perché molte volte porta a dei cambiamenti anche interni all’azienda, quindi è sempre consigliabile non discostarsi troppo dall’immagine principale.

Parziale

Un rebranding parziale comporta solo delle piccole variazioni nel logo principale dell’azienda.
Molte volte si cambia semplicemente la composizione.
Generalmente si parte da una modifica parziale attuata di anno in anno, per poi arrivare ad una modifica totale alla fine del ciclo.

Quando e perché pianificare un’azione di rebranding

Il rebranding è alla base del marketing ed è considerato una vera e propria strategia.
Questo non vuol dire che può essere attuata sempre, ci sono degli elementi da considerare prima di procedere e capire se è la soluzione giusta.
Il target non è più lo stesso: questo cambiamento avviene molto spesso.
Nei mercati tutto cambia e soprattutto in questo periodo in cui il pubblico è generalmente molto giovane è sempre consigliabile proporre idee innovative.

L’azienda si è ampliata: solitamente un’azienda che decide di ampliarsi modifica anche la brand identity, anche perché se il pubblico si amplia è giusto creare un logo che sia adatto a tutti.
I trend del mercato sono cambiati: siccome il mercato è in costante movimento anche i trend cambiano, se si vuole restare a passo di tutte le altre aziende è necessario apportare nelle modifiche al proprio brand.

Il brand è diventato obsoleto: gran parte delle operazioni di rebranding avvengono da parte di aziende che per molti anni hanno sempre tenuto lo stesso logo, in questo caso per i marchi meno moderni è un’operazione assolutamente consigliata.

Tutti i vantaggi che comporta un rebranding della propria azienda

Dopo tutte le nozioni dettagliate che spiegano che cos’è nello specifico il rebranding, è giusto precisare quali sono tutti i vantaggi che comporta questa nuova manovra di marketing.
Per far sì che la strategia vada a buon fine ogni figura professionale deve effettuare nel migliore dei modi le sue mansioni.

Nel complesso il rebranding comporta una grande opportunità per riposizionare la propria azienda sul mercato, si possono ottenere molti più vantaggi anche in confronto ai competitors e aiuta ad attirare nuovi mercati mai presi in considerazione prima.
Tra gli svantaggi possiamo trovare la complessità del lavoro e i costi che molte volte possono risultare un tantino elevati, ma bisogna considerare che si tratta di un investimento e a lungo andare l’azienda ne trarrà solo risultati positivi.

Come fare rebranding in 5 passi

Per fare rebranding nel modo giusto ci sono 5 passaggi fondamentali da seguire assolutamente.

Analizzare il mercato di riferimento

Un’attenta analisi di mercato è alla base se di vogliono sfruttare tutti i vantaggi del rebranding, anche perché generalmente la competizione è sempre molto alta e bisogna contrastare la concorrenza.

Studiare il proprio target

Ogni azienda deve avere ben chiaro il pubblico di riferimento e in base a questo modificare la propria identità. Per individuare il logo perfetto uno studio attento del target è consigliabile.

Definire la propria identità

La mission del marchio deve rispecchiare l’identità dell’azienda, tutto deve essere sempre coerente con i valori e gli obiettivi del brand.

Pianificare una strategia multicanale

La strategia non può limitarsi solo alla creazione di un logo, molto spesso bisogna anche dedicare attenzione alle attività social e al packaging dei prodotti offerti.

Definire gli elementi da non modificare

Fare rebranding non vuol dire stravolgere completamente l’immagine del brand per cui se esistono degli elementi che funzionano non bisogna assolutamente cambiarli.

Rebranding proattivo o reattivo: quando metterlo in atto

I tipi di rebranding sono due, si parla di rebranding attivo e proattivo.

Rebranding attivo

Avviene quando un’azienda ha in programma una crescita esponenziale.
Quando si mette in atto un rebranding attivo si ha molta più possibilità sul mercato di attirare l’attenzione di nuovi potenziali clienti.
In questo caso viene effettuato un aggiornamento settoriale, ossia identificarsi nei propri clienti per portare un’identità che sia al passo con i tempi.

Rebranding proattivo

Il rebranding proattivo invece reagisce a delle situazioni che possono essere considerate inaspettate.
In questi casi l’immagine del brand cambia totalmente e questo avviene in seguito ad una nuova acquisizione o a delle azioni legali.
In alcuni casi può essere anche effettuato per poter mantenere attiva la competitività sul mercato con eventuali aziende concorrenti.

Esempi di rebranding famosi

Anche i marchi più conosciuti, negli anni, hanno messo a punto delle strategie di rebranding e di seguito elencheremo quelli più rilevanti.

Apple: senza dubbio è il logo che ha ottenuto più successo anche se negli anni il simbolo della mela non è mai cambiato.
Negli ultimi anni lo slogan aggiunto “Think Different” ha dato un’identità ancora più definita a quella che era considerata una semplice mela.

Youtube: anche la piattaforma per video negli anni ha effettuato un rebranding.
La scritta è stata modificata ma non stravolta totalmente e infatti sono stati semplicemente arrotondati i bordi della scritta.

Questo dimostra che anche i piccoli cambiamenti possono essere veramente efficaci quando si parla di rebranding.